Disegni,colori,emozioni

Disegni,colori,emozioni

Un bambino che disegna sta esprimendo se stesso...

Criticare un disegno di un bambino o indicare come andrebbe fatto...
equivale a criticarlo profondamente e a indicargli come dovrebbe essere.
Accogliamo i disegni del bambini esattamente per come sono...valorizzandoli come un dono!

giovedì 22 settembre 2016

L'essenziale è invisibile agli occhi

Facendo finta di parlare ai bambini, in realtà l’autore del Piccolo Principe si rivolge a tutti noi e il racconto offre piani di lettura diversi e sorprendenti: dalla favola al racconto filosofico.

«L’essenziale è invisibile agli occhi », dice la volpe.
Il Piccolo Principe ripeterà la frase per ricordarselo: un modo, per l’autore di sottolineare l’importanza di questo suo assunto per la comprensione del racconto. L’aveva già fatto simbolicamente cominciando il racconto con il disegno del serpente boa «srotolato» e «arrotolato», per indicare che ogni cosa può nascondere un tesoro, un mistero da svelare.
Oltre alle apparenze c’è lo spirito, che dobbiamo scoprire usando il cuore.
Ecco quindi che ho fatto una riflessione dopo la lettura di questo libro e per quanto riguarda il concetto del disegno mi sono fatta un esame di coscienza pensando ai miei bimbi; alle volte noi educatrici come adulti non leggiamo quello che davvero vuole disegnare un bambino, qualcosa che per noi risulta banale o semplicemente uno scarabocchio, per loro significa molto e dietro ad ogni disegno vi è davvero qualcosa di essenziale.

martedì 20 settembre 2016

Sono stata ad un corso con il professor Roberto Pittarello (docente all'università di Padova) ed ho pensato ad un progetto da realizzare in sezione con i bambini di 24-36 mesi:

"Giochiamo con i colori"

Si stende un grande cartellone bianco a terra e vari piattini di carta con del colore a tempera, si possono usare i colori primari (Giallo, Rosso, Blu) in modo da far notare ai bambini che questi colori, mescolati tra loro, danno vita ad altri colori...

I bambini indosseranno il grembiulino della pittura e potranno dipingere e giocare con i colori semplicemente usando le manine...il risultato sarà UN'OPERA D'ARTE!!!!!


Ho trovato un video simpatico che traduce a pieno la mia semplice idea:

https://www.youtube.com/watch?v=xQRGLAs90Uo

lunedì 19 settembre 2016

Oggi vi propongo una riflessione...

Secondo voi il disegno infantile descrive una visione o un immagine che il bambino percepisce ma che vocalmente non riesce a comunicare???

A mio parere i bambini riescono ad esprimersi molto meglio quando disegnano, con le loro tracce riescono a delineare un mondo che a parole non riescono a descrivere, perchè troppo articolato!
La fantasia secondo la mia piccola esperienza può andare oltre ogni tipo di comunicazione e il disegno ne è la chiara descrizione...

se volete dire il vostro parere lasciate un commento...grazie

sabato 10 settembre 2016

Aspetti proiettivi della linea,dello spazio,dimensioni del disegno

1) La Linea

 Le linee al di là del contenuto che rappresentano hanno in sé un elevata carica espressiva. Possono essere spesse, fini , aggraziate, angolose, verticali, a spirale ecc. Dalla loro analisi possiamo comprendere gli stati emotivi del soggetto come tristezza, depressione, gaiezza, sicurezza ecc.
Vi sono semplici regole d'interpretazione per il tratto:
  • Il benessere e il rilassamento allargano e arrotondano i movimenti e i rispettivi tratti
  • La vitalità si esprime attraverso tratti ricchi e abbondanti spinti verso l'alto
  • L'aggressività si esprime attraverso tratti esasperati, spezzati che determinando punte e svolazzi
  • La sensibilità affina e diversifica i movimenti dando al tratto un piacevole chiaroscuro.
La forza e l'intensità del tratto sono indicativi dell'energia del soggetto.
Una pressione forte indica un alto livello d'energia. In età evolutiva è più frequente nei maschi che nelle femmine. Una pressione molto leggera è indice di personalità insicure, indecise, timide, forse inibite. Nei bambini tratti eccessivamente leggeri potrebbero trovarsi in soggetti educati in modo repressivo o con storie familiari di abbandono e deprivazione.
Le ombreggiature e gli annerimenti se ritrovati in misura eccessiva potrebbero essere indice di ansia e a volte di aggressività.
In età evolutiva questo fenomeno è molto frequente visto le forti tensioni a cui il bambino è sottoposto e a cui non sa ancora dare risposte adeguate. Il bambino non sa gestire e canalizzare l'aggressività. Inoltre è ancora dipendente dalla madre il suo distacco può provocare ansia.


2) Lo Spazio

 In genere i bambini che fanno disegni ben distribuiti sul foglio sono i più sereni.
L'uso dello spazio esprime le relazioni del soggetto con l'ambiente e le sue reazioni ad esso.
  • La tendenza ad uscire fuori dai bordi del foglio è caratteristico dei bambini molto piccoli e di quelli ritardati, perché non hanno un buon controllo motorio. Tra i bambini più grandi questo fenomeno potrebbe indicare carenze affettive, una mancanza di fiducia in se stessi, una ricerca di attenzioni e di aiuto, una mancanza di controllo proprie delle persone insicure.
  • L'uso di una ristretta parte del foglio è indice di insicurezza ed è tipica dei bambini insicuri. Il bambino disegna usando una piccola parte del foglio ed è sperduto di fronte ad uno spazio grande.
  • La preferenza della parte superiore del foglio, in rapporto a quella inferiore è tipica dei bambini piccoli e tende a scomparire con l'età Corman (1961) evidenzia come la zona utilizzata dal bambino per disegnare sia espressione di un significato e le interpreta a livello simbolico:
  • La zona inferiore della pagina è la zona degli istinti primordiali e l'esclusiva collocazione del disegno in questa parte potrebbe indicare elementi di tristezza e di depressione presenti nel soggetto.
  • La zona superiore quella dell'espansione, dell'immaginazione è quella dei sognatori , degli idealisti.
  • La zona sinistra è quella del passato ed è preferita da soggetti che tendono a regredire verso l'infanzia.
  • La zona di destra è quella dell'avvenire. L'autore stesso raccomanda prudenza nell'interpretazione dello spazio secondo questo schema, perché ha realmente significato solo se convalidata da altri elementi (per es. analisi del tratto, del contenuto ecc. ).
3) Dimensione del disegno

Nel valutare la dimensione del disegno dobbiamo prendere in considerazione il rapporto globale tra lo spazio occupato dalle figure e la misura del foglio, è utile osservare se l'impressione che ricaviamo dal disegno è di equilibrio.
I bambini molto piccoli tendono a disegnare le persone o gli oggetti che sono per loro più importanti a livello emotivo di dimensioni maggiori, non tenendo in considerazione la realtà, così può accadere che un uomo rappresentante il padre sarà più grande di una casa o la mamma sarà più grande di un albero. Il bambino valuta le persone secondo il significato che hanno per lui piuttosto che secondo la loro dimensione reale. Il genitore imponente può essere disegnato con mani grandi, quello assente può essere rappresentato di dimensioni piccole o addirittura non comparire nel disegno. L'acquisizione delle misure avviene progressivamente con l'età. Nelle femmine questo avviene intorno ai dodici anni, mentre nei maschi un po' più tardi. La dimensione del disegno, insieme ad altri indicatori è utile per determinare il livello evolutivo e l'età mentale.


martedì 6 settembre 2016

I disegni dei bimbi: il test dei 4 elementi

Come interpretare i disegni dei bambini? Ecco alcuni utilissimi consigli della grafologa dottoressa Marisa Paschero con semplici test da sottoporre ai piccoli, raccomandando comunque prudenza nell'interpretazione dei risultati.


Quando il grafologo è chiamato ad esaminare scritture di bambini e di adolescenti adotta parametri interpretativi specifici, tarati appositamente per l’età evolutiva.
La scrittura in formazione è infatti un universo a parte, e a questo proposito è sempre utile ricordare che alcuni segni grafici, da considerarsi al limite del patologico in una scrittura adulta, sono invece del tutto normali nel periodo della crescita.
Un ottimo supporto all'analisi del grafismo infantile, a maggior ragione in età pre-scolare, quando il bambino ancora non ha imparato a scrivere, è rappresentato dall'interpretazione  DEL  DISEGNO, alla cui base troviamo lo stesso criterio valido per l’interpretazione della scrittura, ossia il SIMBOLISMO  DELLO  SPAZIO magistralmente elaborato da Max Pulver negli anni ’30.
Immaginando il foglio su cui scriviamo come una proiezione dell’ambiente in cui ci muoviamo,  lo vedremo diviso in quattro zone o “dimensioni spaziali”, rappresentative dei quattro grandi vettori che orientano l’Io  nella realtà con cui deve interagire. 
Disegnare occupando una sola zona del foglio, lasciando il resto  vuoto, segnala una difficoltà di rapporto con quella specifica parte dell’universo simbolico : il bambino più introverso, timido e riflessivo, bisognoso della protezione materna, che deve essere particolarmente stimolato e incoraggiato, disegnerà privilegiando la sinistra, mentre il bambino più estroverso, disinvolto , sicuro di sé  e incuriosito dall’ambiente circostante  si espanderà su tutto il foglio, andando ad occupare anche la zona destra.
La predilezione per la parte bassa del foglio è del bambino dall’intelligenza pratica, spesso ben inserito nel sociale, mentre il bambino più fantasioso, e magari anche più svagato e distratto, occuperà di preferenza la zona alta.
L’occupazione della sola parte centrale può segnalare un senso di isolamento, di difficoltà di comunicazione, soprattutto se il disegno si presenta piccolo e dal tratto leggero.
Maggiore socievolezza, espansività e ricerca di contatto fisico nella scelta del foglio in posizione orizzontale; la scelta verticale ha invece   una valenza meno affettiva e più individualista : appartiene al bambino più indipendente, riservato, razionale.
Il TEST DEI QUATTRO ELEMENTI  è utilizzato in Grafologia  con bambini anche molto piccoli, che ancora non sanno scrivere, ma che già sono in grado di eseguire alcuni semplici disegni.
E’  anch’esso interpretabile sulla base del campo grafico di Pulver, arricchito dall’espressività di quattro grandi simboli dal ricchissimo e sfaccettato linguaggio.
Il SOLE, principio maschile per eccellenza, collegato all’elemento FUOCO, nei disegni dei bambini rappresenta il padre. Positivo ed equilibrato se collocato nella parte destra del foglio, a seconda della dimensione che occupa descrive la “misura”  della figura paterna nella vita del bambino : se è eccessivamente grande può avere un richiamo un po’ opprimente, soprattutto se di un rosso aggressivo. Se invece è troppo piccolo, insignificante, dal colore pallido o senza raggi, evoca una carenza di disponibilità, di sicurezza, se non addirittura un’assenza.
Come ogni altro elemento, la rappresentazione del sole dipende anche da fattori emozionali momentanei : è bene quindi vedere un certo numero di disegni dello stesso bambino prima di immaginare un possibile disaccordo col padre.
L’ACQUA, elemento fluido e femminile collegato all’origine della vita, ci parla del rapporto che il bambino ha con la propria madre.
Se viene disegnata come una specie di  oceano che invade tutto lo spazio richiama una madre iperprotettiva, se è una pioggia  che  cade simboleggia una madre ipercritica o troppo seria e severa, se è un laghetto azzurro e tranquillo evoca una madre disponibile e rassicurante.
Se l’acqua è disegnata vicino al sole e nella stessa parte del foglio la coppia genitoriale  trasmette al bambino serenità e senso di unione, se i due elementi sono lontani il bambino percepisce un distacco o un disaccordo.
Cascate, fiumi scuri, mari agitati, presenza di rocce e sassi indicano legami conflittuali, tensioni e disarmonie, soprattutto se disegnati nella parte sinistra del foglio.
La CASA ha un importantissimo contenuto emotivo perché simboleggia la vita del bambino nel suo mondo familiare: nel test viene collegata all’elemento ARIA .
Fino ai 5 anni e mezzo circa è disegnata come un rettangolo tutto in altezza, e le finestre sono altri piccoli rettangoli più meno regolari, spesso con dei tratti incrociati che a quest’età hanno unicamente un valore di auto-protezione e di rassicurazione sul proprio spazio vitale.
Dopo i 7 anni la casa si allarga sulla facciata orizzontale, ma bisognerà aspettare i 9-10 anni per riconoscere l’idea della prospettiva, il rapporto delle proporzioni e tutti i dettagli che la“personalizzano”: spesso i bambini particolarmente immaginativi, o quelli che cercano un rifugio ideale, rappresentano la casa  come un castello.
La cura con cui la casa è disegnata, la scelta di un colore più o meno vivace, la presenza di finestre aperte o chiuse, servono a capire se il bambino si sente sufficientemente amato e protetto nell’ambiente in cui vive.
L’attenzione ai particolari e la capacità di riprodurli indicano un’intelligenza vivace, attenta, e un’ottima capacità grafo motoria.
Il SERPENTE è collegato all’elemento TERRA  e simboleggia, in questo test, il bambino stesso, la sua curiosità, la vivacità della sua intelligenza, il suo bisogno di conoscere, di esplorare, di guardarsi attorno.
E’ importante soprattutto la sua collocazione:  fin verso i 7 anni il bambino tende a disegnarlo a sinistra, perché il bisogno di protezione materna è molto presente e non c’è ancora il desiderio di uscire dall’infanzia per  “avventurarsi”  nel mondo.
Se è disegnato a destra , grande e colorato, il bambino è alla ricerca di spazio per appagare la sua curiosità: è vivace, talvolta irrequieto, ansioso di scoprire cose nuove.
Se  è vicino all’acqua, o rivolto verso l’acqua, il legame con la mamma è molto forte : se è vicino al sole è il padre il personaggio più stimolante, percepito come un riferimento per la crescita e l’evoluzione.

www.marisapaschero.com

martedì 2 agosto 2016

Il blu...


Disegni dei bambini: come interpretare i colori

I disegni dei bambini sono un mondo tutto da scoprire, una finestra aperta sulla loro interiorità e sul percorso di crescita.
La creatività visuale, in un periodo della vita in cui non è ancora completo lo sviluppo delle abilità linguistiche e dialogiche, costituisce un riferimento fondamentale per capire come sta il bambino e in che modo si rapporta alla realtà.
Interpretare i disegni dei bambini a partire dai colori è quindi molto importante, motivo per cui ho selezionato alcune informazioni per chi vuole iniziare a scoprire qualcosa in più su quella che, per i bimbi nei primi anni di vita, è una delle modalità di comunicazione più efficaci.

Il colore rosso

Cominciamo a entrare nel vivo del tema parlando del rosso, un colore che, in generale, comunica energia e sicurezza. Quando lo si incontra nei disegni dei bambini è spesso possibile associarlo a condizioni emotive positive come la sicurezza in se stessi e la vitalità, ma anche alla voglia di un cambiamento o di una trasformazione.

Il colore rosa

Un altro colore che, quando compare nei disegni dei bambini, è spesso associato ad aspetti positivi è ilrosa, che comunica armonia e, soprattutto, la tendenza a reagire in maniera tranquilla e poco impulsiva davanti alle situazioni della vita.

Il colore giallo

Molto importante è parlare anche del giallo, un colore che indica la tendenza a sbloccare le tensioni e a uscire dai propri confini individuali. In molti casi, i bambini che scelgono frequentemente il giallo nei propri disegni stanno attraversando un periodo di forte attività, che può però essere caratterizzato da discontinuità.
I genitori e gli educatori che vogliono approfondire la questione devono ricordare prima di tutto che, nella maggior parte delle situazioni, il bambino che utilizza molto il giallo nei suoi disegni ha un forte desiderio di progredire e di scoprire il mondo che ha intorno.

Il colore arancione

Penso sia utile dire qualcosa anche sull’uso dell’arancione, un colore che non compare spesso nei disegni dei bimbi. Quando viene utilizzato è legato a un approccio alla vita contraddistinto da tenacia e continuità nelle attività svolte, che vengono portate a termine senza particolari problemi e con pochi momenti di scoraggiamento.
Concludo specificando che nei primi anni di vita è naturale che i colori nei disegni siano particolarmente forti, in quanto il bambino si esprime sull’onda delle emozioni. Man mano che passano gli anni subentrano le sfumature e la capacità di scegliere i colori adeguati ai singoli soggetti.
Ovviamente è fondamentale che, al di là delle scelte cromatiche specifiche, i bambini vengano incoraggiati a colorare, in quanto sentirsi liberi in tali situazioni li aiuta ad avere meno paura di sbagliare anche in altri contesti.

Dott.ssa Miolì Chiung
Responsabile Studio di Psicologia Salem

mercoledì 27 luglio 2016

Il disegno libero, l'autoritratto e il disegno della famiglia

Sono tre i temi dei disegni importanti dal punto di vista della rappresentazione del mondo interiore del bambino: il disegno libero, l'autoritratto e il disegno della famiglia.
Il disegno libero si rivela interessante perché, disegnando, il bambino tende ad esplicitare i propri conflitti e le proprie ansie.
Attraverso l'autoritratto in genere il bambino riproduce con discreta fedeltà la percezione che ha di sé ed il livello di adattamento all’ambiente circostante.  
Attraverso il disegno della famiglia, invece, fornisce elementi interessanti sul rapporto genitori-figli e su come questo si modifica con il progredire dell'età.
Nel disegno libero il bambino rappresenta volentieri ciò che ama e ciò che teme, ciò che lo interessa, ciò cui aspira.
La casa è uno dei temi più rappresentati: essa simboleggia il rifugio, il calore familiare. Può essere accogliente, con un viale fiorito, grandi aperture verso l'esterno, tendine colorate alle finestre, un camino che fuma, tutto insomma che indica che la casa è abitata e che la vita all'interno si svolge serenamente. Ma la casa può anche essere respingente, senza colori, con finestre minuscole, senza il comignolo, senza entrata e con un viottolo di accesso chiuso. Possono anche esserci siepi, muri di cinta che la isolano dal resto del mondo. La casa respingente ha significati diversi a seconda dell'età: tra i 5 e gli 8 anni, indica timidezza e attaccamento alla madre. Dopo gli 8 anni sentimento di inferiorità e isolamento.
Quando la famiglia è disunita, la casa è divisa in due, spesso ha anche due diverse entrate: una parte della casa simboleggia la vita familiare imposta, l'altra la famiglia vera. Quando invece di avere la solita forma la casa è un castello, può esser o il rifugio ideale se ha forme e colori attraenti, oppure la prigione, oppressiva, quando ha un aspetto cupo e cadente.
Anche il sole compare spessissimo nei disegni infantili: per alcuni studiosi il sole è il simbolo del padre ideale. Quando i rapporti tra padre e figlio sono buoni, questa immagine brilla nella sua interezza, se i rapporti non sono buoni, il sole scompare dietro ad una montagna, oppure ne compare una pallida fetta all'orizzonte.
L'inserimento di uno o più animali in un disegno può avvenire per motivi diversi; può darsi che il bambino viva a contatto con animali (es. campagna), ma se nella realtà l'animale non esiste e tuttavia nel disegno gli viene dato grande risalto, può essere che il bambino, non osando raffigurare sé stesso in una situazione che lo colpevolizzerebbe, preferisca proiettare i propri sentimenti, atteggiamenti e desideri sull'animale e far svolgere a lui la parte che egli non ha il coraggio di fare. Un bambino, per esempio, può esprimere più o meno inconsciamente, la sua aggressività verso il fratellino più piccolo, e contemporaneamente il senso di colpa che ne deriva disegnando un lupo che minaccia il piccolo nella culla, mentre i familiari accorrono per ammazzare il lupo.
L’autoritratto che il bambino disegna esprime la percezione che egli ha del suo corpo e dei suoi desideri. Se un omino è armonioso nel suo insieme, ci sono delle buone possibilità che il bambino in questione sia ben adattato. Al contrario, se l'omino è di dimensioni molto ridotte e nel foglio è situato in basso o in un angolo, ciò può significare che il bambino sottovaluta sé stesso e si sente inferiore agli altri. Anche l'assenza di mani e di braccia può essere sintomo di sottovalutazione e d’insicurezza. Il bambino che ha una stima smisurata di sé, disegna l'omino di proporzioni enormi. Il semplice disegno di un omino quindi, inserito o meno in un contesto, può fornire interessanti indicazioni sulla personalità del bambino. Si possono trarre informazioni sull'immagine che il bambino ha del proprio corpo in base alla presenza di certi dettagli e al modo in cui le varie parti del corpo sono sviluppate o tralasciate: se il bambino ha un’imperfezione fisica, questa è spesso raffigurata ed enfatizzata, ad esempio il sordo curerà la parte del disegno riguardante l'orecchio, il poliomielitico l'arto colpito e così via. Un comportamento sintomatico, ma opposto, può essere il tralasciare in maniera clamorosa proprio la parte colpita.
Un'estensione dell’autoritratto può essere considerata la rappresentazione del gruppo dei coetanei. Infatti, disegnando un gruppo di bambini il soggetto finisce per proiettare la sua posizione reale nel gruppo (leader, gregario, isolato) e i suoi rapporti con gli altri bambini. E' molto differente se il bambino disegna sé stesso al centro di un girotondo o come uno dei tanti che fanno parte del cerchio. I disadattati si pongono ai margini del gruppo o addirittura si rappresentano completamente soli.
Ogni bambino ha un suo particolare modo di vivere i rapporti con gli altri membri della famiglia, che dipende oltre che dal suo temperamento, anche dal sesso e dalla posizione che occupa nella gerarchia familiare. Dalla rete di rapporti che si stabiliscono tra familiari, ciascuno non può che vedere quegli aspetti e quelle modalità che dalla sua posizione gli è dato di vedere.
I componenti di una famiglia affiatata sono generalmente rappresentati mentre svolgono insieme un'attività comune o si tengono per mano. Il bambino disegna sé stesso vicino al personaggio con cui si sente più a suo agio o che ama di più. Se al contrario un bambino pensa per esempio che la sorella sia più amata dai genitori, disegna la bambina in mezzo alla coppia e colloca sé stesso in un'altra parte del foglio lontano dal gruppo. Quando un bambino si sente completamente isolato dagli altri membri della famiglia, li separa in vario modo: collocandoli ognuno in una stanza diversa, separandoli con linee verticali o orizzontali, o altri elementi come alberi, steccati, ecc.
Il personaggio valorizzato è spesso il primo ad essere disegnato, perché è il primo a cui il bambino pensa e su cui concentra la sua attenzione. Le dimensioni del personaggio principale sono quasi sempre superiori a quelle degli altri; è anche il più curato nei dettagli, ha più accessori di prestigio come la pipa, la borsetta, la collana ecc. Può essere di profilo o in movimento, mentre gli altri sono di fronte e statici.
Quando uno dei fratelli non è rappresentato, si può dedurre che l'autore del disegno si augura, consciamente o inconsciamente, che non faccia parte della famiglia. Quando un personaggio è svalutato è disegnato per ultimo, più piccolo oppure fuori dal gruppo, in posizione statica e con un numero limitato di dettagli. Un altro modo per svalutare un personaggio è quello di cancellarlo dopo averlo disegnato. La cancellatura è anche indice di conflitto. Ci può anche essere un personaggio aggiunto: in questo il bambino realizza a livello immaginario quelle aspirazioni che lui stesso non riesce, o non osa realizzare. A volte è un adulto che compie qualche importante impresa, altre volte è un neonato in braccio alla madre. Il personaggio aggiunto può anche essere un animale.

martedì 26 luglio 2016

Il disegno come espressione della vita emotiva


L'attività grafica, oltre ad essere uno dei mezzi che il bambino possiede per analizzare, descrivere e narrare gli avvenimenti e le cose, è anche uno strumento d'espressione della propria vita emotiva.
In generale, la forza e l'intensità del tratto grafico, sono indicativi sia dell'energia del soggetto che dello stato emotivo al momento dell'esecuzione del disegno: una configurazione a tratti dispersi ad esempio, è tipica dei disegni dei bambini meno maturi o che vivono stati di tensione più frequentemente degli altri bambini. I soggetti poco evoluti producono tracciati corti e miseri; i più maturi variano nell'uso del tracciato pur conservando un buon equilibrio tra le parti.
La scelta del colore ha un significato psicologico incontestabile. Esiste, infatti, dal punto di vista evolutivo, un parallelismo tra enfasi del colore ed emotività, per cui i più piccoli (3-6 anni) sono anche quelli che essendo più impulsivi hanno per il colore un forte interesse che precede, in ordine di tempo, l'interesse per la forma. L'interesse per il colore diminuisce man mano che quello per la forma aumenta. Le tonalità sono tanto più forti quanto più il bambino è piccolo, mentre con l'aumentare dell'età subentrano le sfumature, e i toni si fanno meno violenti, sia per l'effetto dell'insegnamento scolastico, che per lo sviluppo del ragionamento. Nella scuola materna, infatti, la maggioranza dei bambini preferisce colori intensi e caldi, mentre soltanto i bimbi più critici e molto controllati scelgono i colori più freddi e, in tale caso, si tratta spesso di bambini con problemi emotivi.
Fin verso i tre anni il bambino non si preoccupa che i colori dei suoi disegni corrispondano a quelli degli oggetti reali: la sua gioia nel maneggiare il colore è tale, che spesso il loro uso è fine a sé stesso. Nel periodo dello scarabocchio, i colori, oltre a divertire il bambino, possono svolgere una funzione di stimolo all'esplorazione e all'attività. Il primo interesse per il colore inizia con i primi tentativi di rappresentazione. In questa fase, che dura fino ai 7-8 anni, il bambino fa uso del colore sotto la spinta delle emozioni e perciò spesso i colori non hanno alcuna attinenza con le tinte degli oggetti reali. Successivamente, il bambino comincia man mano a cogliere le relazioni tra i colori e gli oggetti.

lunedì 25 luglio 2016

Dallo Scarabocchio al disegno

Il disegno è certamente l'espressione più autentica e originale della personalità infantile; è un mezzo di comunicazione e, come il linguaggio, è capace di esprimere, oltre al livello di maturazione, anche i problemi, i sentimenti, le emozioni ed i conflitti del bambino.
I primi tentativi grafici dei bambini si collocano intorno ai 18-20 mesi: i segni della matita sul foglio, detti scarabocchi, sono essenzialmente il prodotto di colpi, a volte così energici da provocare dei buchi sul foglio. In effetti, a quest'età la carica energetica è grande, mentre il controllo motorio del bambino è ancora molto limitato.
 Ad un certo punto il bambino scopre che c'è un rapporto tra i suoi movimenti e i segni ottenuti; questo di solito si verifica intorno ai 2 anni. A questo stadio il bambino varia i suoi movimenti e può fare a piacere linee verticali, orizzontali o circonferenze. L'intenzione di controllare il gesto è resa possibile solamente dalla maturazione motoria; la matita viene mossa con movimenti guidati allo sguardo. Verso i 3 anni il bambino comincia a dare un nome al suo scarabocchio, mostrando così di volergli attribuire dei significati: il bambino non scarabocchia più per il solo piacere del movimento ma per rappresentare sensazioni interne vissute intensamente. Per i bambini che vivono in un ambiente particolarmente stimolante, questa fase può avere inizio già a 2 anni e mezzo. Questo stadio è detto fase dello "scarabocchio a significato" per indicare che è presente un’intenzionalità rappresentativa. E' solo verso la fine del terzo anno di vita che i bambini iniziano a disegnare figure che assomigliano ad abbozzi di casa e di sole: tendono a seguire il bordo del foglio e nel disegno compaiono croci, pseudo quadrati e configurazioni a sbarre.
A 4 anni gli scarabocchi acquistano organicità ed un significato comprensibile anche all'adulto. Emergono le prime schematiche figure umane; il bambino esce definitivamente dalla fase dello scarabocchio per entrare in quella figurativa. Dallo scarabocchio informe hanno origine sia il disegno che la scrittura; per disegnare, però, è richiesta inizialmente un’abilità motoria inferiore a quella necessaria per scrivere.
E’ a quest’età che il bambino comincia a raffigurare la persona. Della figura umana traccia pochi elementi schematici: un cerchio è la testa da cui partono dei raggi che sono le braccia e le gambe. E' il cosiddetto “omino cefalopode”, comune ai bambini di tutto il mondo. Ben presto all'interno del cerchio compaiono due grandi occhi; successivamente, compaiono la bocca e il naso. Il volto resta per lungo tempo la parte prevalente dell'omino, tant'è vero che se un bambino si rifiuta di disegnarlo si può pensare all’esistenza di qualche problema.
Tra i 4 e i 5 anni il bambino disegna il primo abbozzo di tronco e spesso ci mette l'ombelico.
A 5 anni l'omino è riconoscibilissimo: oltre agli occhi, al naso e alla bocca, c'è il tronco, da cui spuntano le braccia e le gambe. Per ultime compaiono le orecchie, spesso di dimensioni eccessive per il gusto della nuova scoperta. L'occhio acquista il suo contorno e nel centro porta il segno della pupilla. Il tronco si allunga e si allarga fino a diventare più ampio della testa; le gambe e le braccia sono bidimensionali e qualche volta appaiono cenni di vestiario: cappello, bottoni, pantaloni, ecc. L'omino è quasi sempre rappresentato in posizione verticale.
A 6 anni lo schema mentale che il bambino ha del proprio corpo è più completo: e infatti, l'omino si arricchisce del collo, di due mani al fondo delle braccia e l'altezza totale è circa 4 volte la larghezza.
Generalmente le bambine includono nei loro disegni un maggior numero di dettagli, riferiti sia alla persona che all'ambiente (per es., fiori, giocattoli e animali), e la linea che rappresenta la terra: questa ambientazione che trasforma l'omino anonimo in un personaggio è indice di maturità, e il fatto che le femmine la presentino in misura maggiore dei maschi è in relazione alla effettiva precocità delle bambine di questa età rispetto ai loro coetanei maschi. Dal disegno dell'omino possono emergere molte indicazioni sulla maturazione intellettiva del bambino.
Sempre intorno ai 6 anni, le persone amate vengono rappresentate con più cura e hanno dimensioni maggiori delle altre. Il rappresentare figure statiche o in movimento è una caratteristica che dà molte informazioni sulla personalità del bambino: chi disegna figure in movimento è generalmente un estroverso. Prima dei 5 anni l'idea dell'azione è resa dal raggruppamento di più elementi statici; verso i 6 anni il movimento è dato dalle braccia che si tendono rigidamente verso l'oggetto o la persona da raggiungere. Dopo i 6 anni, un modo molto diffuso di rappresentare il movimento del personaggio è quello di disegnarlo di profilo.

venerdì 22 luglio 2016

Gli Scarabocchi

Disegni e scarabocchi consentono ai bimbi di esprimere il proprio mondo interiore, attraverso un percorso evolutivo che è importante conoscere.

La prima forma di grafismo, in età prescolare è lo scarabocchio.
 Il bambino prova piacere ad osservare tracciare lasciata sul foglio, senza controllo visivo. 
Può anche capitare che, nell’inseguire questa traccia, il bambino si 'sposti' anche su muri, porte e pareti. Non sgridateli troppo!!!!Si tratta di un fenomeno abbastanza comune che non è motivato dal desiderio di fare un dispetto, ma semplicemente da curiosità.
 Il bambino ancora non distingue foglio e parete della propria cameretta!
Successivamente il bambino passa ad altre fasi di rappresentazione della realtà sempre più differenziate....


Per approfondire Il linguaggio degli Scarabocchi consiglio un libro molto bello di Michaela Strauss che s'intitola appunto "Il linguaggio degli Scarabocchi"