L'attività grafica, oltre ad essere uno dei mezzi che il bambino possiede per analizzare, descrivere e narrare gli avvenimenti e le cose, è anche uno strumento d'espressione della propria vita emotiva.
In generale, la forza e l'intensità del tratto grafico, sono indicativi sia dell'energia del soggetto che dello stato emotivo al momento dell'esecuzione del disegno: una configurazione a tratti dispersi ad esempio, è tipica dei disegni dei bambini meno maturi o che vivono stati di tensione più frequentemente degli altri bambini. I soggetti poco evoluti producono tracciati corti e miseri; i più maturi variano nell'uso del tracciato pur conservando un buon equilibrio tra le parti.
La scelta del colore ha un significato psicologico incontestabile. Esiste, infatti, dal punto di vista evolutivo, un parallelismo tra enfasi del colore ed emotività, per cui i più piccoli (3-6 anni) sono anche quelli che essendo più impulsivi hanno per il colore un forte interesse che precede, in ordine di tempo, l'interesse per la forma. L'interesse per il colore diminuisce man mano che quello per la forma aumenta. Le tonalità sono tanto più forti quanto più il bambino è piccolo, mentre con l'aumentare dell'età subentrano le sfumature, e i toni si fanno meno violenti, sia per l'effetto dell'insegnamento scolastico, che per lo sviluppo del ragionamento. Nella scuola materna, infatti, la maggioranza dei bambini preferisce colori intensi e caldi, mentre soltanto i bimbi più critici e molto controllati scelgono i colori più freddi e, in tale caso, si tratta spesso di bambini con problemi emotivi.
Fin verso i tre anni il bambino non si preoccupa che i colori dei suoi disegni corrispondano a quelli degli oggetti reali: la sua gioia nel maneggiare il colore è tale, che spesso il loro uso è fine a sé stesso. Nel periodo dello scarabocchio, i colori, oltre a divertire il bambino, possono svolgere una funzione di stimolo all'esplorazione e all'attività. Il primo interesse per il colore inizia con i primi tentativi di rappresentazione. In questa fase, che dura fino ai 7-8 anni, il bambino fa uso del colore sotto la spinta delle emozioni e perciò spesso i colori non hanno alcuna attinenza con le tinte degli oggetti reali. Successivamente, il bambino comincia man mano a cogliere le relazioni tra i colori e gli oggetti.
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